Perché la minestra si fredda ... ecc,ecc
Perché la minestra si fredda ...ecc,ecc. ...
Negli ultimi scritti di Leonardo; probabilmente in data 1518, in una carta di tonalità grigia, ma con dell' inchiostro che si conserva bene, ci sono alcuni diagrammi e, insieme a loro,un blocco di un testo molto ordinato, scritto nella sua abituale scrittura “a specchio”( da destra a sinistra). Non è la , al primo colpo di vista,uno dei manoscritti più interessanti di Leonardo.Pero alla fine offre una sorpresa.Nell’ultimo quarto di pagina, il testo si interrompe con un brusco “ecc,ecc”.L’ultima riga sembra un fragmento di un teorema – la sua mano ha appena indugiato-, però quello che in realtà dice è:
”perché la minestra si fredda”.
(Codice Arundel foglio 245 recto)
Quello che lo fa ancora più speciale è l’elemento sorpresa, di spontaneità tra le avide astrazioni dei suoi studi di geometria ha introdotto questo attimo d’umanità semplice e quotidiana.
Vediamo un anziano seduto al tavolo scrivendo con attenzione.Nell’altra stanza vediamo una ciotola di terra di zuppa,fumando intensamente, probabilmente una zuppa di verdure ...
Lui che continua ad scrivere alcuni minuti e poi, lascia cadere la sua penna.C’è in questo atto un’ombra di presagio?
Leonardo era un uomo straordinario, la sua vita si incrociava costantemente con la normalità, ed è in quel punto di intersezione dove si stabiliscono i punti di contatto per capirlo meglio.
Esistono, pure, tutte quelle opere,scritti complessi e profondi mondialmente famosi che fanno diventare Leonardo un essere unico; però in questi momenti, è, per un attimo, un uomo come tutti noi.
L’uomo vero, che mangia dalle ciotole di terra zuppe vere, di fronte al “Uomo Universale”, sovrumano e multi disciplinato, la cui immagine ci si offre abitualmente, sono l’uno e se stesso.
Leonardo da Vinci, colui che lo avvicinavaniamo attraverso l’oscurità, aspettando che la sua immensa statura si riduca a dimensioni umane, come una delle sue risposte ad uno dei suoi indovinelli:” L’ombra che proietta un uomo con un lampione”.
E così,questo vertiginoso “Volo della Mente” permette di vedere tanto e così lontano.Però al sogno di volare si accompagna la paura di cadere e con questo i dubbi e le paure dell’uomo rinascimentale; quelle “ombre gigantesche” dell’ indovinello.
Una illusione?Non esattamente, però , la risposta ad un certo punto di vista, e quanto di più ci si avvicina uno a loro, meglio si incominciano a vedere e di una maniera molto più interessante, l’uomo che li proietta.
L’autoritratto di Torino è l’ultima visione che abbiamo dell’artista:
autentica e profonda.Lo rappresenta con l’aspetto che doveva avere quel giorno nel 1518 e che lo allontanavano dai suoi studi perché la zuppa si raffreddava.Vediamo una figura venerabile,simile a quella di un mago, del genio che fu; però una seconda occhiata ci rivela ad un anziano con lo sguardo fisso nei suoi ricordi lontani.Leonardo da Vinci, che nacque alle 22.30 del 15 aprile del 1452 ad Anchiano, a 3 kilometri da Vinci, ai piedi del Monte Albano, regione:Toscana, Italia, il resto, è storia ...
Porque la sopa se enfría … etc, etc. ...
En uno de lo últimos escritos de Leonardo; probablemente data de 1518, en un papel de tono grisáceo, pero la tinta se conserva bien, hay algunos diagramas y, junto a ellos, un bloque de texto muy ordenado, escrito en su habitual “escritura especular”( de derecha a izquierda).No es, a primera vista, uno de los manuscritos más interesantes de Leonardo. Pero al final ofrece una sorpresa. En el último cuarto de página, el texto se interrumpe con un brusco “etc., etc.”.La última línea parece un fragmento de un teorema – la mano apenas ha vacilado -, pero lo que realmente dice es “perche la minesstra si fredda”.
(Codigo Arundel hoja 245 recto)
Lo que lo convierte en algo especial es el elemento sorpresa, de espontaneidad entre las ávidas abstracciones de sus estudios de geometría se ha introducido este momento de humanidad sencilla y cotidiana.
Vemos a un anciano sentado a la mesa escribiendo con atención. En otra habitación vemos un cuenco de sopa, humeando intensamente, probablemente es una sopa de verduras…
Él que continúa escribiendo unos momentos, y luego deja caer su pluma.
¿Hay en esto una sombra de presagio?
Leonardo era un hombre extraordinario, su vida se entrecruzaba constantemente con lo normal, y es en este punto de intersección donde se establecen los puntos de contacto para comprenderlo mejor.
Existen, desde luego, todas esas complejidades y profundidades y pinturas mundialmente famosas que lo convierten a Leonardo en un ser único; pero en estos momentos es, por un instante, un hombre como nosotros.
El hombre real, que comió de cuencos de sopas reales, frente al “Hombre Universal”, sobrehumano y multidisciplinar, cuya imagen se nos ofrece habitualmente, son uno y el mismo.
Leonardo da Vinci, a quien se le acercan a través de la oscuridad, esperando que su inmensa estatura se reduzca a dimensiones humanas como la respuesta a una de sus adivinanzas:”La sombra que proyecta un hombre con un farol de noche”.
Y así, este vertiginoso “Vuelo de la mente” le permitió ver tanto y tan lejos. Pero al sueño de volar lo acompaña el tema de caer y con ello las dudas y preguntas del hombre renacentista; esas “sombras gigantescas” de la adivinanza.
¿Una ilusión? No exactamente, pero si el producto de cierto punto de vista, y cuanto más se acerca uno a ellas, mejor se empiezan a ver y de una forma mucho más interesante, el hombre que las proyecta.
El autorretrato de Turín es la última visión que tenemos del artista: auténtica y profunda. La representa con el aspecto que debía tener aquel día de 1518 en que lo apartaron de sus estudios porque se enfriaba a sopa. Vemos la figura venerable, semejante a la de un mago, del genio que fue; pero una segunda ojeada nos revela a un anciano con la mirada fija en recuerdos lejanos.
Leonardo da Vinci, quien naciera a las 22.30 de un 15 de abril de 1452 en Anchiano, a 3 kilómetros de Vinci, a los pies del Monte Albano, región: Toscana, Italia, el resto, es Historia…
Etichette: Anniversario
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